Lui & Lei
TORINO ANNI '70 prologo
di Ermes72
09.12.2024 |
609 |
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"Ci manca il quarto che oltre a farle compagnia faccia ballare la mia amica Alessia..."
I PERSONAGGI DI QUESTO RACCONTO SONO IMMAGINARI. E ANCHE SE L’AMBIENTAZIONI SONO RICONOSCIBILI SONO SCATURITI DALLA FANTASIA DI CHI SCRIVE. SE QUALCUNO SI RICONOSCESSE IN ESSI SAREBBE PER UN PURO CASO. PROLOGO
QUARANTASEI ANNI FA.
Me ne stavo seduto in un angolo del salone, pervaso da una noia mortale. Mi stavo chiedendo:”ma cosa ci sono venuto a fare”? Mi sentivo fuori posto . Un pesce fuor d’acqua.
Mi ero pentito di aver accettato l’invito. Potevo trovare una scusa più che valida, lui non si sarebbe offeso. Avevo da poco compiuto ventisette anni, ero il piu vecchio di un gruppo di acquisiti “ nuovi amici”, li reputavo più conoscenti che amici tutti della stessa età, 24 anni, del festeggiato Giampiero, padrone di casa. Colui che mi aveva invitato.
Per il suo compleanno aveva invitato una selezionata cerchia di amici e conoscenti, io da qualche mese “impropriamente” ne facevo parte essendo diventato, credo, uno dei migliore amici di Giampiero.
Avevo conosciuto Giampiero quando il politecnico, dove frequentava la facoltà di ingegneria, sei mesi prima in accordo con la proprietà dell’azienda, lo mandò a fare uno stage di tre mesi.
Di questa media azienda di componentistica meccanica ad alto contenuto tecnologico io ne ero il direttore di produzione da circa un anno.
Ero stato assunto per sostituire il vecchio direttore.
Destituito perchè in età pensionabile ed anche per altri ovvi motivi, sia di produttività che di capacità a recepire ed applicare le nuove tecnologie. Con un forte guadagno, sia economico che di efficienza, da parte dell’azienda stessa.
Assunto appena dopo la laurea attraverso una ferrea selezione e grazie alle mie capacità e al mio trascorso scolastico. Laureato con il massimo dei voti con lode. Il mio QI al disopra della media ha fatto il resto.
L’amministratore una mattina mi chiamò annunciandomi l’arrivo di questo ragazzo, figlio di una ricca famiglia torinese. Mi disse: “Sandro lei e la persona più adatta a svolgere nel modo migliore questo compito. La proprietà si raccomanda che venga trattato come si conviene ad un rampollo di buona famiglia. Se faremo un buon lavoro sapranno ricordarsene”.
In pratica pensai che mi stava appioppando un bella patata bollente.
Il volpone si affidava a me per avere poi lui il tornaconto con la proprietà, a me gli oneri a lui gli onori.
Dissi: “ok ci penso io” .
Insomma mi avevano mandato un raccomandato ed io lo dovevo gestire e digerire.
Si presentò un lunedì mattina in perfetto orario.
Lo ricevetti nel mio ufficio. Alto, biondo, occhi azzurri, capelli corti.
Quello che si definisce un bel ragazzo.
Gli spiegai velocemente di cosa ci occupavamo, cosa producevamo e che il nostro fiore all’occhiello erano ricerca e sviluppo.
Lo avrei affiancato a due colleghi in laboratorio che lo avrebbero inserito e istruito sull'uso degli strumenti.
Tutti i miei timori e cattivi pensieri sfumarono dopo solo alcuni giorni.
Questo raccomandato, sin da subito risultò simpatico a tutti i colleghi.
Non solo interagiva con gli altri molto bene utilizzando la notevole e accattivante dialettica. Era anche in possesso di una vivace intelligenza che ne facevano un ottimo esecutore dei compiti che gli venivano assegnati, relazionando metodicamente i lavori svolti, con consigli utili.
Giampiero in un momento di relax mi confidò che aveva ormai pochi esami x la laurea ma che ne trascinava uno dal terzo anno. Lo trovava parecchio ostico. Me ne parlava quasi con timore come se volesse chiedermi qualcosa. Lo guardai sorridendo e avendo io superato quell’esame con voto trenta, come quasi tutti i miei esami. Gli dissi: “se vuoi ti posso aiutare, tanto io la sera, non avendo al momento legami, dopo il lavoro ti posso dedicare un paio d’ore”. Cosi nei tre mesi di stage, con il mio aiuto, preparò e superò anche quell’esame. Nacque una forte legame e cominciammo a frequentarci. Anche dopo lo stage mi chiamava spesso e mi chiedeva consigli sulla tesi che stava preparando.
Ci vedevamo spesso per un aperitivo dove cominciai a conoscere anche alcuni suoi amici coetani. Rampolli della torino bene.
Questi a differenza di Giampiero li trovavo un po snob e per niente simpatici.
Da quando avevo cominciato a lavorare un po alla volta avevo perso di vista i vecchi amici. con i quali avevo avuto un forte legame e che vedevo ormai raramente. Essendo io troppo dedito allo studio prima e al lavoro dopo, gestivo una vita privata alquanto altalenante. E non avendo inoltre al momento un legame affettivo accettavo poche volte ma volentieri gli inviti di questo esuberante ragazzo.
Giampiero era molto intelligente ed io in lui trovavo affinità intellettuali e non solo, si parlava di tutto, dal calcio lui juventino io torinista, ma anche di politica , io simpatizzante socialista lui decisamente di famiglia liberale. Le nostre discussioni, variavano dallo sport al sociale con schietta franchezza e rendevano il nostro rapporto sempre più forte.
In quella casa era la prima volta che entravo. Era situata in zona crocetta un grande appartamento nella zona bene di torino. Non solo non avevo mai frequentato quella casa, ma non conoscevo neppure i suoi genitori.
Anche quel giorno non erano presenti, penso per lasciare casa e spazio al figlio che festeggiava.
Sapevo di una sorella che frequentava il quarto anno del liceo scientifico con buoni risultati, della quale Giampiero parlava poco, lamentandosi spesso della sua sfacciatagine e della troppa libertà che i suoi genitori le lasciavano godere.
Stavo assorto nei miei pensieri quando: “Ciao si vede che ti stai divertendo un sacco, tu dovresti essere il grande amico di cui parla sempre Giampiero, io sono Carla sua sorella, ti sto osservando da qualche minuto, con la testa sembri su un altro pianeta ti va di scendere su questo di pianeta"?
Trasalì e la guardai stupefatto davanti a me una ragazza che dire bella non gli si faceva giustizia.
Balbettai: “dimmi pure”
Lei sorridendo disse: “ho un problema e tu me lo potresti risolvere.
Qui a quanto vedo sono tutti accoppiati”.
e sempre sorridendo
“ l’unico scoppiato sei tu”
“Brava hai indovinato e allora”?
“Stavamo x uscire con il mio ragazzo e due miei compagni di scuola, a noi piace tanto ballare.
Dovevamo andare in discoteca, solo che Davide che doveva fare compagnia ad Alessia ha dato buca.
Ci manca il quarto che oltre a farle compagnia faccia ballare la mia amica Alessia.
Tu mi sembra che qui non ti stia divertendo molto. Quindi potresti fare da tappabuco.”
Diceva tutto alternando un sorrisino che mi infastidiva alquanto perché, forse sbagliando, lo interpretavo sarcastico.
Non capivo se la sua fosse sana ironia scherzosa o stesse prendendo per il culo.
Dissi:“Grazie per il tappabuco. Vero che non mi diverto e anche vero che me ne stavo andando”.
(Non entravo in una sala da ballo da quasi due anni, se non in due o tre sporadiche occasioni).
Dissi:”E poi voi siete troppo giovani per me. Mi sentirei a disagio, non credo che la tua amica sia molto più vecchia di te”. “Guarda che non ci devi scopare devi essere solo di compagnia. E poi noi siamo sicuramente più divertenti di queste mummie. Almeno sai ballare”?
Stavo per dirle ecco non so ballare cercatevi qualcuno che sappia ballare.
Invece dissi:” ho fatto x tre anni un corso di latino americano e liscio”.
“perfetto”, disse lei.” La sala è fuori torino stasera da una certa ora in poi si balla latino.
Allora che fai ci vieni?
Sotto c’è Giulio il mio ragazzo che ci aspetta, andiamo a prendere Alessia e poi vita”.
Io la guardai, lei attendeva sorridendo la mia risposta che arrivo dopo alcuni secondi.
Dissi:“ok andiamo a prendere questa ballerina”.
Lei mi prese la mano salutammo Giampiero con un gesto e siamo usciti.
Giampiero ci guardò con un punto interrogativo stampato negli occhi. Mi ripromisi appena possibile di scusarmi per il mio abbandono della festa.
Fuori ad attenderci c’era Giulio, il ragazzo di Carla, un anno più vecchio di lei frequentava lo stesso liceo ma faceva quinta. Era più alto di me di almeno 5 cm, corporatura robusta, avrei saputo in seguito che era iscritto in uno dei centri canottieri sparsi sulle sponde del Po. Brevi presentazioni e partimmo.
Non facemmo molta strada, tre isolati sempre in zona. Palazzo d’epoca .
Carla scese veloce, andò a suonare e attese, dopo un minuto usci una ragazza.
Anche questa bella quanto Carla, ma diversa, capelli neri cortissimi, occhi verdi, viso tondo labbra marcate e carnose e un seno a prima vista una terza evidenziata da un corpetto attillato e una leggera giacca di pelle.
Le due ragazze nel vestire sembravano gemelle. Tutte e due portavano una minigonna cortissima.
Carla era bionda con i capelli lisci e lunghi, gli occhi azzurri, il viso angelico ne faceva una madonna.
Era alta 1.70 mentre alessia 1,65 Giulio circa 1.78 mentre riflettevo su queste mie sensazioni visive cercando di capire se le misure fossero giuste visto che il termine di paragone erano le mie, che ero alto 1.73.
Carla disse: “ Sandro, tu vai d’avanti! noi due andiamo dietro.”
Nell’uscire appoggiai inavvertitamente la mano su quella di Alessia che teneva la portiera.
Lei la ritrasse prontamente ed io dissi:“ scusa” .
Carla ci presentò. Lei fece solo un cenno con la testa, senza dire una parola.
Cominciamo bene, pensai.
Le due ragazze salirono ridendo e sussurrando parole incomprensibili. Non capivo se stavano scambiandosi commenti su di me e perchè ridessero.
Giulio fece partire una cassetta con musica ad alto volume. Dietro non si sentiva nessun rumore era calato il silenzio provai a girarmi a vedere.
La mano di Giulio mi spinse a guardare avanti, senza riuscire comunque ad impedirmi di vedere che, le due, si stavano baciando.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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